Giornata mondiale dell’insegnante: qual è il nuovo ruolo del docente?
Si festeggia oggi, venerdì 5 ottobre, la giornata mondiale dell’insegnante. Una giornata che commemora la sottoscrizione delle raccomandazioni dell’Unesco sullo status di insegnante, la principale struttura di riferimento per i diritti e le responsabilità dei docenti su scala mondiale, che ha come obiettivo fondamentale quello di suscitare riflessioni sul ruolo dei professionisti della formazione.
Ed oggi più che mai, in una società in perenne trasformazione strutturale e culturale come la nostra, questo tipo di riflessione è necessario.
La figura del docente ha assunto un ruolo innovativo che va oltre quello del dare semplici “informazioni”, ormai non più sufficiente per due ragioni:
grazie alle nuove tecnologie per la comunicazione, i giovani posso accedere in ogni momento al sapere, dunque il valore delll’insegnante non si regge più sul suo essere la fonte del “sapere”;
nell’era della tecnologia e delle competenze sempre più specializzate, le giovani menti hanno un disperato bisogno di ricevere “formazione”.
Per questi motivi il docente efficace è colui che è riuscito a passare dall’essere depositario assoluto del sapere a quello che ho definito nel mio intervento al Convegno di Sociologia dell’Educazione di Salerno, organizzato dall’Associazione Italiana di Sociologia, allenatore culturale positivo.
Questo cambio di paradigma comporta un cambiamento anche per il discente, che da semplice ricettore passivo di informazioni diventa costruttore attivo della propria conoscenza.
Tra i banchi di scuola non troviamo più il docente a cui eravamo abituati, il cui solo compito era quello di istruire, ma un educatore. In quanto educatore, egli è chiamato a promuovere la “formazione integrale dell’uomo” che comprende lo sviluppo di tutte le facoltà dell’alunno, la sua preparazione alla vita professionale, la formazione del suo senso etico e sociale.
Il docente diventa allenatore culturale positivo quando non si limita a presentare agli studenti una serie di valori come contenuti astratti e meritevoli di stima, ma suscita nei discenti la libertà rispettosa degli altri, il senso della responsabilità, la sincera e continua ricerca del sapere, la critica equilibrata e serena, la solidarietà e l’altruismo, la sensibilità verso la giustizia, il senso del dovere e dell’impegno quotidiano, la coscienza di essere chiamati a diventare agenti positivi di cambiamento in una società in continua evoluzione.
Per riuscirci, la sua opera educativa deve realizzarsi in “équipe” con gli altri colleghi, in stretto rapporto con chi collabora a qualsiasi titolo nella scuola ma soprattutto con i genitori.
Il docente, dunque, ha la responsabilità non solo di far apprendere, ma soprattutto di sviluppare e promuovere nei ragazzi relazioni significative, insieme ad abilità e conoscenze essenziali, perché possano contribuire al miglioramento di se stessi e dei contesti in cui vivono.
Se ne deduce che oggi un buon insegnante è colui che sa coniugare attività di progettazione, programmazione, valutazione con attività di motivazione, animazione, gratificazione degli alunni e di gestione della classe. Colui che sa tenere conto della specificità di ogni alunno a cui si rivolge, poiché è l’alunno il vero protagonista del sistema insegnamento-apprendimento. Colui che riesce a stabilire relazioni di collaborazione e cooperazione con colleghi e genitori.
È un duro lavoro, che merita più riconoscimento sociale e più rispetto da parte dei soggetti che gravitano nel mondo della scuola. È un duro lavoro ma va fatto, ne va del futuro dell’umanità.
Buon lavoro a tutti gli insegnanti!