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Come essere felici. Cinque consigli di una Life Coach Umanista

Parlando con persone che non sanno bene cos’è il Coaching Umanistico e spiegando loro che si tratta di un metodo che consente di scoprire i propri desideri e di sfruttare le proprie potenzialità per definire i processi da mettere in atto per raggiungere una vita felice, mi capita spesso di leggere nei miei interlocutori espressioni perplesse o ciniche, come se parlare di felicità sia un’utopica assurdità o, peggio, qualcosa che ci crea imbarazzo.

Per decenni ci hanno fatto credere che la felicità equivale al benessere comprato attraverso il lavoro, che l’unica via per la felicità è una vita di sacrifici (impegnarsi nello studio, impegnarsi nel lavoro, guadagnare e mettere da parte il gruzzoletto per il grande acquisto o per future necessità). Che per essere integrati nella società ci si deve adattare e conformare ad un modello prestabilito, perpetrando l’esemplare di uomo eterodiretto molto ben descritto dal sociologo statunitense David Riesman.

Questo tipo di felicità, tuttavia, è momentanea e fragile, perché non crea quell’appagamento profondo che è tipico di una vita felice, dato che il presupposto per il suo raggiungimento è la repressione delle nostre passioni, delle nostre attitudini, dei nostri desideri e delle nostre vocazioni. Sentimenti tipici di chi persegue questo tipo di felicità a discapito del sé sono il senso di frustrazione o di inadeguatezza, l’insoddisfazione del vivere una vita percepita al di sotto delle proprie possibilità, molto spesso descritta come una gabbia che ci opprime e dalla quale non vediamo via d’uscita.

Ma allora che cos’è la felicità?

  • La felicità è una vita piena e soddisfacente, frutto dell’autorealizzazione, ossia della creazione di una vita pienamente motivata. Se siamo motivati ci sentiamo padroni della nostra vita, costruiamo relazioni forti e benefiche e siamo spinti a migliorarci in quello che facciamo.
  • La felicità è forza di carattere. Come una leva, la felicità ci permette di affrontare i problemi trasformandoli in opportunità di crescita. Nessuno di noi è libero dalle sfide della vita, ma spetta a noi scegliere come affrontarle. In un viaggio in direzione della felicità i problemi diventano obiettivi di sviluppo, gli errori diventano lezioni costruttive, gli ostacoli diventano sfide per autosuperarci. Al contrario, rinunciare alla felicità equivale ad indebolire il nostro carattere e ad arretrare e cedere di fronte al problema, a discapito della nostra autostima.
  • La felicità è impegno. Non è possibile costruirla senza uno sforzo costante. Dobbiamo prevedere un impegno a lungo termine e una visione del futuro, presupposti necessari per costruire, inventare e progettare la nostra specifica forma di felicità.
  • La felicità è qualcosa che si deve volere. Solo laddove c’è domanda di felicità, c’è la costanza e la motivazione necessaria a sostenere l’impegno della sua costruzione.

A questo punto vi chiederete, come posso essere felice?

  1. Innanzi tutto dovete prendere consapevolezza della vostra unicità ed originalità. Interrogarvi su quali sono le vostre qualità, le vostre abilità, i vostri punti di forza ossia tutto ciò che vi caratterizza in positivo, è il primo passo verso l’autorealizzazione. Saranno le vostre potenzialità a permettervi di affrontare i vostri punti di debolezza.
  2. Riabituatevi a sognare ad occhi aperti. La vita è sempre più frenetica e fin da quando siamo bambini ci ripetono che non possiamo perdere tempo. Il risultato è che smettiamo di interrogarci sul senso che vogliamo dare alla nostra vita, di esplorare il mondo e noi stessi alla ricerca di quello che ci entusiasma, di quella che si chiama vocazione, finendo per svegliarci un bel giorno insoddisfatti di quello che ne è stato di noi. Prendetevi del tempo per pensare, per rispondere agli interrogativi più profondi su voi stessi senza aver paura di quello che scoprirete. E alla fine ponetevi la domanda: che persona voglio essere? Che significato voglio dare alla mia vita?
  3. Una volta individuato il vostro sogno, come un architetto che ha fatto il disegno della cattedrale che vuole costruire, immaginate tutti i passaggi che porteranno alla sua realizzazione: dove voglio edificarla? Con quali materiali la costruirò? Chi può aiutarmi e sostenermi nel mio progetto?
  4. Dividete il progetto in mini obiettivi, in fasi. Quale sarà il primo passo? Cosa potrò fare poi? Esattamente come l’architetto, che prima sceglierà i materiali e le ditte che lo affiancheranno nel lavoro, poi inizierà costruendo le fondamenta e, via via, edificherà la sua cattedrale.
  5. Come abbiamo detto anche sopra, non esiste una vita esente da problemi. Alcuni dipendono da voi, altri invece no. In ogni caso, spetta a voi decidere come affrontarli. Lo farete meglio se immaginate quali difficoltà potreste incontrare nel vostro percorso e come potreste realmente agire nel caso in cui si verifichino.

Il Coach Umanista può aiutarvi in questo percorso. La sessione di coaching diventerà il momento in cui vi prenderete cura di voi e vi ritaglierete del tempo per pensare, sognare e costruire mentre il coach vi illustrerà le vostre potenzialità, aiutandovi a pensare al piano d’azione e facendo dal primo momento il tifo per voi!